A cena con gli antichi Romani

Nella lunga storia culinaria, pochi capitoli sono così ricchi e intriganti come quello che riguarda le abitudini alimentari degli antichi Romani. L’antica Roma, con la sua vasta estensione geografica e la sua ricca storia, ha lasciato un’eredità culinaria che continua ad affascinare e ispirare.

La cucina romana antica era una fusione di influenze mediterranee, con una vasta gamma di ingredienti provenienti da tutte le parti dell’Impero Romano. Grazie alla loro estensione territoriale, i Romani avevano accesso a una varietà di ingredienti che includevano cereali, legumi, carne, pesce, frutta, verdura, erbe aromatiche e spezie. Questa diversità ha contribuito a creare una cucina ricca e sfaccettata.

La dieta dei cittadini romani dipendeva dalle disponibilità economiche, ma generalmente consisteva in tre pasti principali: al mattino veniva fatta la colazione (ientaculum), c’era poi il pranzo (prandium) e infine la coena. La maggior parte dei romani però, saltava i primi due pasti o li sostituiva con spuntini leggeri composti da formaggi e pane. La coena era invece il pasto principale della giornata, non solo era più ricco e abbondante dei primi due, ma era anche un’occasione per socializzare e celebrare.
I banchetti erano un aspetto fondamentale della vita sociale romana. Le famiglie benestanti e le classi dirigenti organizzavano elaborati banchetti per celebrare occasioni speciali come matrimoni, compleanni e vittorie militari. Durante queste feste, venivano serviti una grande varietà di piatti e bevande, mentre gli ospiti godevano di intrattenimento musicale e teatrale. I banchetti imbanditi dai cittadini più abbienti erano generalmente suddivisi in prima e secunda mensa, la prima era costituita da sette portate che prevedevano antipasti e piatti a base di carne e di pesce. La seconda mensa, il cui nome viene dall’usanza greca di cambiare l’apparecchiatura, consisteva in frutta e dolci.

Tra gli ingredienti base della cucina romana antica vi erano il pane, il vino, l’olio d’oliva, le uova, le verdure e i legumi. Il pane, in particolare, era un alimento fondamentale nella dieta romana, veniva consumato in varie forme, dalla semplice focaccia al pane bianco raffinato ed era solitamente accompagnato da formaggi o salse, come il garum, un condimento a base di pesce. La carne era anch’essa un elemento importante della dieta romana, anche se non era sempre accessibile a tutte le classi sociali. Le carni più comuni includevano maiale, pollo, agnello e manzo, ma anche selvaggina come lepri e cervi. Per sopperire all’assenza di conservanti alimentari e altri strumenti moderni usati per la conservazione del cibo, gli alimenti più facilmente deperibili, come la carne, venivano conservati attraverso pratiche tutt’ora utilizzate, come l’essiccatura, l’affumicatura e la salatura, altre vivande venivano invece messe in salamoia o sotto miele.
Un’altra componente fondamentale dei pasti era il vino, che veniva abbinato alle diverse portate dei banchetti. Questa bevanda, riservata agli uomini che avessero compiuto trent’anni e vietata alle donne, veniva coltivata nelle vigne o importata dalla Grecia ed era trattata con argilla e acqua di mare per insaporirla. Il vino veniva spesso bevuto con acqua, per mitigarne le spezie, oppure con spezie, miele o erbe aromatiche.

L’eredità culinaria degli antichi Romani ha avuto un impatto duraturo sulla cucina europea e mediterranea. Molti dei piatti e delle tecniche di cottura che erano popolari nell’antica Roma continuano ad essere apprezzati oggi, sebbene abbiano subito modifiche nel corso dei secoli.
In conclusione, esplorare le abitudini alimentari degli antichi Romani è un viaggio affascinante attraverso la storia e la cultura di una delle civiltà più influenti del mondo antico. La loro cucina ricca e diversificata, insieme alla loro passione per il cibo e il banchetto, continua ad ispirare e affascinare gli appassionati di gastronomia in tutto il mondo.

Valentina Fazzuoli

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